Dietro “La Legge”-Carpino, 1958
Backstage del film di Jules Dassin
Fotografie inedite di Cecilia Mangini
nell’ambito della mostra antologica
CECILIA MANGINI- visioni e passioni
a cura di Paolo Pisanelli e Claudio Domini
Archivio Cinema del reale, Erratacorrige, Big Sur, Officinavisioni
in collaborazione con Festival International de Films de Femmes de Créteil
con il sostegno di Apulia Film Commission, Unione Europea – Fondo per lo Sviluppo e la Coesione
Regione Puglia, Apulia Film Commission, Cineporti di Puglia Bari/Lecce/Foggia
ingresso libero
“Estate 1958: a Carpino ho avuto il mio primo, vero incontro con il cinema nel suo farsi, ero lì per Jules Dassin che girava “La legge” ed io dovevo scrivere un libro per Cappelli editore, per la collana “Dal soggetto al film” diretta da Renzo Renzi. Dassin era la passione di tutti i miei coetanei per il realismo del suo “La città nuda” ma sopratutto per essere stato espulso come uno sputacchio dal cinema USA allora in fase di autolesionismo maccartista. Approdare a Carpino era una conquista: fino a Rodi Garganico ci si arrivava da Foggia con una ferrovia privata a scartamento ridotto, vagoni tarlati 1910, la locomotiva era a carbone. Poi ci si affidava a un’asmatica corriera, viaggiando insieme a polli, tacchini e mamme assediate da decine di bambini a piedi nudi. C’era un libro da scrivere, e va bene, ci tenevo perché a Renzi l’avevo proposto io, fotografare non era previsto dal contratto, figuriamoci chi poteva riuscire a trattenermi, lo facevo per me stessa, anche perché la Titanus che produceva il film mi inondava di fotografie di scena, ma io scattavo a testa mia, Dassin come eroe del cinema creativo, chiuso in una concentrazione solitaria, aperto alla comunicazione totale con Otello Martelli il direttore della fotografia, con Arturo Zavattini il suo assistente, con la masnada dei suoi attori Marcello Mastroianni, Melina Mercouri, Yves Montand, Paolo Stoppa, Pierre Brasseur, Gina Lollobrigida, e soprattutto con le comparse neorealisticamente arruolate sul campo e ipnotizzate come per sortilegio.
Il momento grande che sempre ci si aspetta ma capita così di rado è stato al termine di una settimana di esterno notte, quando da Carpino tutti ci siamo precipitati a San Menaio dove era il nostro albergo, gli stanchi morti a letto, gli stanchi vivi Dassin e pochi altri di corsa siamo andati in riva al mare e poi dentro l’Adriatico che con buona pace di D’Annunzio non era “verde come i pascoli dei monti” ma per il sole radente dell’aurora di un azzurrino dolce e chiaro chiaro. Per fotografare, mi sono fermata con l’acqua fino a mezza gamba.
Ecco la mia domanda: posso vantarmi di avere inventato il backstage?”
Cecilia Mangini
In programmazione
2-16 aprile ore 10:00-20:00
Ex Palazzo delle Poste
Ingresso libero
Inaugurazione 2 aprile ore 19.00