CLAUDIA CARDINALE: “MARCELLO CORTEGGIATORE GENTILE MA RESPINTO”
“Enrico IV si poté fare a partire dalla disponibilità di Marcello Mastroianni ad interpretarlo, questo lo devo proprio dire.” Così Marco Bellocchio ha aperto la Masterclass di stamattina al Teatro Petruzzelli, svoltasi a conclusione della proiezione del suo film del 1984 tratto dal dramma di Luigi Pirandello, seduto al fianco della protagonista femminile Claudia Cardinale e del produttore Enzo Porcelli, moderata da Enrico Magrelli.
“Marcello ci teneva moltissimo ad interpretare questo personaggio che lui sentiva fortissimamente” – ha proseguito. “Ma per me era il protagonista perfetto: aveva l’età, l’esperienza, la maturità per interpretare un matto a modo suo. Sul set, poi, si comportò in modo impeccabile, sia professionalmente che umanamente. Non mi ha mai dato problemi, era tranquillo, signorile, educato. Solo, lo vedevo un po’ nervoso quando doveva recitare battute particolarmente lunghe, non c’era più abituato, non faceva teatro da moltissimi anni. Più in generale, lui poteva dare l’impressione che non si preparasse e invece si preparava eccome! Credo avesse anche un assistente cui ripetere le battute, era consapevole di confrontarsi con un testo celebre.”
Per Claudia Cardinale “Il film è bellissimo, l’ho rivisto stamattina dopo che non lo vedevo da allora, mi hanno anche colpito le musiche di Astor Piazzolla. Quando Bellocchio mi chiamò per interpretarlo, dissi subito di sì, avevo molto rispetto per lui e lavorarci insieme era un onore per me. E poi c’era la gioia di tornare a recitare con Marcello con il quale avevo fatto tantissimi film, fin dal mio esordio italiano con I soliti ignoti.”
Sulla lavorazione di Enrico IV Enzo Porcelli, che lo produsse, ha ricordato la complessità delle riprese e della post-produzione, così come la necessità di aggiungere alcune scene dopo che era stato invitato al Festival di Cannes. “Ma ricordo anche che sul set facemmo installare una linea telefonica solo per Marcello che era ossessionato dal telefono. E le belle chiacchierate con lui e Claudia, con Marcello che mi raccontava come avesse fatto una corte serrata a lei sul set del Bell’Antonio“.
“Marcello era un corteggiatore gentile” – ha puntualizzato la Cardinale – ma io non ci sono cascata. Io non ho mai avuto storie con attori, ho sempre tenuto distinte la vita privata da quella professionale. E comunque la lavorazione del Bell’Antonio è uno dei più bei ricordi che ho, tra quelli che mi legano a Marcello. Pensate che lui non poteva uscire dall’albergo perché ai siciliani non andava a genio il suo personaggio di siciliano impotente!”.
Perché proprio Enrico IV? Bellocchio: “Generalmente faccio un film da un romanzo o da un testo teatrale quando il soggetto mi consente di aggiungere qualcosa, di trasformare il testo in immagini che mi appartengono, di forzarlo in senso cinematografico. Enrico IV aveva queste caratteristiche e in più è un testo che ho sempre amato. Con il senno del poi, però, mi sono detto che forse avrei potuto spingermi un po’ più in là, magari rinunciando del tutto al testo di Pirandello.”
Sul mestiere dell’attore, Claudia Cardinale: “Devi essere molto forte dentro per vivere altre vite sullo schermo, per trasformarti. Se si è fragili non si può fare questo lavoro. E io non sono mai rimasta imprigionata nel mio personaggio. La cosa più importante per me è il rapporto con il regista e con gli altri attori, è fondamentale un buon livello di comunicazione.”
Sui loro film preferiti tra quelli cui hanno lavorato, Bellocchio: “I miei film che preferisco sono quelli che mi hanno impegnato di più, quelli nei quali ho dovuto mettere più coraggio, quelli realizzati in condizioni sfavorevoli che quindi mi hanno costretto a reagire umanamente. Penso a I pugni in tasca, Diavolo in corpo, Salto nel vuoto…” Cardinale: “Tra i miei film non saprei, ho avuto la fortuna di lavorare con così tanti grandi registi, sono arrivata nel momento magico per il cinema italiano. Potrei dire Il Gattopardo, C’era una volta il west ma no, sono troppi…”
Sulla passione per il cinema: Bellocchio: “Io sono arrivato al cinema per caso, in realtà volevo recitare. Poi sono approdato al Centro Sperimentale di Cinematografia e lì ho scoperto che con il cinema potevo trasformare in immagini i miei pensieri. Una scoperta che mi ha fatto tralasciare altre passioni come la pittura e la poesia.” Cardinale: “A me la passione è venuta prestissimo, durante l’infanzia a Tunisi, volevo andare sempre al cinema ma mio padre me lo permetteva solo il sabato”. Porcelli: “Io da bambino vivevo nel quartiere di Cinecittà e un giorno mi trovai a fare la comparsa in Ben Hur. E nel momento in cui vidi il produttore del film scendere da una grande e lussuosa autovettura, decisi che da grande avrei fatto anch’io il produttore!”
A raccontare Mastroianni in una nuova Masterclass al Teatro Petruzzelli, domani sarà il regista Roberto Faenza che lo diresse in Sostiene Pereira, proiettato prima dell’incontro.