CONVERSAZIONE CON ANNA MARIA TATÒ: “QUANDO MARCELLO MI SCELSE PER RACCONTARSI”
È stata la sua compagna di vita per 22 anni, fino alla scomparsa avvenuta giusto vent’anni fa, nel 1996. Ed è a lei che Marcello Mastroianni affidò la sua autobiografia, non volendo scrivere un libro ma acconsentendo ad abbandonarsi ai ricordi davanti alla cinepresa di Anna Maria Tatò sul set dell’ultimo film da lui interpretato, Viaggio all’inizio del mondo di Manoel De Oliveira. Ne nacque un documentario – Marcello Mastroianni – Mi ricordo sì, io mi ricordo – che è stato riproposto oggi al Bif&st nell’edizione dedicata proprio all’attore. Proiezione che ha avuto luogo al Teatro Petruzzelli e che è stata seguita da un incontro con Anna Maria Tatò condotto da Maria Pia Fusco e animato anche da alcune domande del pubblico presente.
Anna Maria Tatò ha raccontato come nacque il progetto: “A Parigi, il nostro comune amico Jean Sorel diede a me e Marcello una videocassetta con un documentario della BBC su Orson Welles, chiedendoci se Marcello fosse interessato ad un’operazione simile. Ma lui non era molto convinto, temeva che ne venisse fuori qualcosa di scontato, con i soliti spezzoni di film in cui lui baciava le varie attrici e così via. Così propose che me occupassi io, che detestavo e detesto tutt’ora il gossip e amo piuttosto la discrezione, proprio come la amava lui. Inoltre aveva visto i lavori che avevo realizzato fino a quel momento e si fidava, si sentiva protetto. Trovai quindi un buon interlocutore nel produttore Roberto Cicutto che si occupò di reperire i finanziamenti e riuscimmo a coinvolgere un direttore della fotografia come Giuseppe Rotunno, in quel momento impegnato sullo stesso set di De Oliveira, che fu bravissimo nell’effettuare le riprese rapidamente e nelle migliori condizioni di luce”.
La regista ha anche raccontato alcuni aneddoti legati alla lavorazione di quello che è rimasto l’ultimo lungometraggio di Marcello Mastroianni, uscito postumo, come pure su quella di Il volo (1986) di Theo Angelopoulos. Qualche cenno anche sul suo carattere (“era speciale, gli piaceva la semplicità, anche quando stava con la troupe. Però gli faceva fatica discutere”). C’è stato tempo anche di parlare del rapporto con l’amato fratello Ruggero, montatore di tanti capolavori del cinema italiano e con Federico Fellini ed Ettore Scola (“il primo più volubile, un po’ capriccioso. Il secondo più vicino, quasi un parente”).
La versione integrale di Mi ricordo sì, io mi ricordo (3 ore e 20′) sarà proposta giovedì 7 al Bif&st nell’ambito di quella che è la più completa retrospettiva mai realizzata sull’attore cui è dedicata l’edizione 2016 del Festival diretto da Felice Laudadio.